L’emozione di un racconto si distingue per le immagini che si materializzano sulla linea fra mente e cuore. Futuro incerto è una strada dal percorso lieve, cadenzato dal ritmo quotidiano nel calore estivo rinnovato e uguale. Poi, d’un tratto si esce dal buio di una galleria del tempo e un mondo altro, fatto di pace, finalmente si presenta a noi come liberazione da ogni conflitto, cattiveria, rabbia e umiliazione. Un dialogo fra padre e figlia, che non rimane in superficie ma s’inoltra nei giovani desideri che pretendono spiegazioni vere e giuste e convincenti. Soprattutto rimangono in attesa di risposte accettabili per esaudire la sua equazione e dirigere ogni ombra verso il giusto punto luce. E conta questo dialogo intenso, assaporato. Conta questa immagine di un tempo che verrà, o che non sarà mai. Che vorrebbe essere. Desiderato, sognato, immaginato e raccontato. L’intuizione di un padre e la fresca consapevolezza di una figlia sorprendono la nostra fantasia e ci propongono di immaginarlo, un tempo così nuovo, un mondo tanto desiderato. Fotogrammi che prendono vita nei ricordi e istantanee che vogliono conoscere ogni sfumatura per farne esperienza per la vita che verrà.
* La carreggiata si raddoppia e il passato poco sicuro entra nella galleria che ingoia la notte. Intravede il futuro incerto, ma è una frazione di secondo e, indifferente, passa oltre e punta verso l’oscuro cammino. In questa allegoria di visioni che si allacciano e si dipanano, assistiamo ipnotizzati alla storia nel buio di un domani in cui il Mondo muterà la sua essenza. Ogni filo si strapperà e in questo attraversamento tutto si trasformerà e i pensieri non saranno più simili, uguali a prima. Dovranno avere un significato diverso per raggiungere la via del cammino fra le tenebre, qua e là nelle ombre che restano tali, fra le pagine di libri impolverati e letture frenetiche. Incontri che sembrano percorrere la stessa strada, ma che all’improvviso mutano i loro percorsi. In realtà li materializzano sulla via dell’anima di fronte a se stessa. Tenebre che ci fanno riflettere: perché abbandonarsi al volere di chi vuole scrivere la nostra sorte? Perché non radunare tutte le forze per cambiare il senso di marcia e lottare per liberarsi da un destino che altri avrebbero già deciso?
Bosco, fuga, cappucci neri, fiamme, tenebre.
E il tempo si dilata e poco dopo si contrae, appare nella memoria e poi scompare come non fosse mai stato. Il momento di addentrarsi nel buio e già il palcoscenico è altra cosa. Altro significato. Mentre la decisione coraggiosa e libera, si fa avanti, prepotente. Maria Cristina Del Torchio
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