DOVE SBIANCANO LE PIETRA di Vincenzo Ragnoni

Prefazione della prof.ssa Angelica Boschi “Quale forza della natura è così potente da cambiare nell’attimo la concezione dell’universo, se non l’amore?... L’amore è nell’essere delle cose e null’altro, è semplicemente tutto”. Queste sono due delle tanti frasi dove l’autore sogna e vive l’amore. Le parole corrono sfrenate come cavalli selvaggi su un crinale, si raggruppano e si disperdono, ma il capobranco li tiene uniti, come unisce l’amore, in un sogno che è la vita e oltre. Il libro si muove tra realtà e fantasia, tra personaggi veri in una realtà crudele e amarissima, ma l’amore è l’acqua della vita che si anima di colori, suoni, canti, odori: è insieme un acquarello e una sofferenza del cuore. Il linguaggio dei personaggi è colorito e li rende vivi e nello stesso tempo l’autore ci parla di sé con parole che vengono dal suo io più profondo che vuole esprimersi più che farsi capire. Storia e vita vissuta si intrecciano in una narrazione che nasconde tra le righe delle verità che toccano il cuore e la mente del lettore, lo spingono a lasciarsi travolgere senza porsi tante domande, ma assaporando con piacere fino all’ultima frase, all’ultima parola. L’autore e il poeta si fondono in una liricità straordinaria che parla delle proprie emozioni e si compiace di scrivere per sé, di esternare il fiume di emozioni che albergano in lui, di soddisfare la sua necessità di creare parole per i suoi sentimenti, al di là del giudizio degli altri. Questo, tuttavia, lo fa in punta di piedi senza vantarsi, senza superbia e lascia che gli altri spazino in libertà nella mente di chiunque: lui, però, è il tramite meraviglioso di questa poesia dell’anima. Il romanzo parla di amore, motore della vita, lo sviscera nel tentativo di spiegarlo, ma gli sfuggono la sua essenza e soprattutto non può renderlo arida ragione.